Teoria e prassi della
traduzione e
dell’interpretariato di
conferenza
Appunti di Martina Noviello
Istituto di Alti Studi per Mediatori Linguistici SSML Carlo Bo
Facoltà: Scienze della Mediazione Linguistica
Corso in Teoria e prassi della traduzione e dell’interpretariato di
conferenza
Esame: Teoria e prassi della traduzione e dell’interpretariato di conferenza
Docente: Roberta Rambaldi
A.A. 2021/2022INDICE TEORIA E PRASSI DELLA TRADUZIONE E DELL’INTERPRETARIATO
DI CONFERENZA
Traduzione:
- I lezione: introduzione generale sulla traduzione
- II lezione: storia della traduzione
- III lezione: cartelle; professione del traduttore
- IV lezione: le due strategie principali di traduzione; processo traduttivo;
segnali di genere
- V lezione: i realia; intertestualità di secondo grado
- VI lezione: la revisione; il metatesto; i cinque assi di variazione
sociolinguistica; struttura del prototesto; le difficoltà traduttive; la devianza
linguistica; l’hapax; i giochi di parole e le tecniche traduttive; strategie; prestiti;
- VII lezione: i quattro tipi possibili di traduzione; strategie per la traduzione
poetica; traduzione teatrale, di fumetti ed editoriale.
- VIII lezione: traduzione audiovisiva; testo settoriale
- IX lezione: testo settoriale; traduzione in rete; codice deontologico; revisione
generale
- X lezione: tipi di revisione; interventi del revisore; i vari tipi di errore.
Interpretazione:
- I lezione: storia dell’interpretazione; i vari tipi di interpretazione; il decalage
- II lezione: vantaggi e svantaggi dei vari tipi di interpretazione; le cabine di
simultanea
- III lezione: i contesti in cui può lavorare l’interprete; l’interpretazione via
telefono e via teleconferenza; il ruolo del mediatore linguistico; il fenomeno
del child broker; relazioni asimmetriche; interpreti di tribunale; contesto
bellico; la bidirezionalità; l'interpretazione en relais
- IV lezione: cos'è una conferenza; i partecipanti; i suoi problemi; i possibili
fallimenti dell’interprete; gli obiettivi di un’efficace interpretazione
- V e VI lezione: codice deontologico; i tratti di adeguatezza professionale
dell’interprete; strategie; fasi dell’interpretazione simultanea; i tipi di memoria.
- VII lezione: differenze fra interprete di conferenza e di comunità;
l’interpretazione sanitaria; gli errori; i tipi di rendition; le competenze; strategie
generali e specifiche; interprete in ambito sociale negli altri paesi; interprete
giuridico; nelle carceri e centri di accoglienza. Da più di 20 anni selezioniamo e pubblichiamo
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T E O RI A E P RAS S I DE L L A
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P rof . ssa Rambaldi Robert a
T E O RI A E S T O RI A DE LLA
T RA DUZ I O NE
I l ezi o n e
Quella del traduttore è una delle più antiche professioni del mondo. La traduzione è
intesa come trasferimento di un concetto da una lingua a un’altra. T radurre e
interpretare erano sinonimi, al contrario di oggi. Già nell’antichità vi era l’ideale di
tradurre parola per parola, ma non è veritiera perché non è del tutto fedele, già gli
antichi lo avevano capito. Ma la traduzione come materia di studio accademica tardava
ad arrivare.
Differenza fra traduzioni:
1. INT E RLINGUIS T ICA (tra): da una lingua all’altra.
2. INT RA LINGUIS T ICA (dentro): all’interno della stessa lingua; ad esempio: una
frase complessa che cerco sul dizionario.2
Quando traduco devo tenere in conto tantissimi aspetti:
1. IL RE S IDUO: Quella parte che il traduttore non traduce consapevolmente, e
dopo aver letto e revisionato il testo capisce che non è fondamentale per la
comprensione generale del testo. A nche l’autore ha un residuo, per cui la
traduzione è facilitata da tanti piccoli residui. La maggior parte di ciò che si legge
in realtà è tradotto, per cui il traduttore ha una grande responsabilità. E ’
considerato un co-autore: nei testi letterari, ad esempio, deve riuscire a captare
quelle sfumature e intenzioni che l’autore voleva indirizzare; deve avere lo stesso
effetto che l’autore del protesto ha originato nel suo pubblico. Ciò è diverso nella
traduzione tecnica: se l’utilizzatore non comprende le istruzioni che ho tradotto di
un prodotto può farsi male (è un pericolo). B isogna informarsi attraverso la
consultazione di siti attendibili. S i può dire che il traduttore ha un’enorme
responsabilità passando dall’ambito emotivo a quello pericoloso, verso il suo
pubblico. P urtroppo molti si improvvisano traduttori, e avere una determinata
competenza (ad esempio una certificazione linguistica) senza aver avuto un
percorso di studi in traduzione, non ti renderà un buon traduttore. Molti sono
disposti a tradurre a qualunque prezzo.
I traduttori di una traduzione editoriale (qualsiasi pubblicazione in edicola) sono quelli
pagati meno rispetto a una tecnica-scientifica. Oggi la figura del mediatore ha a che fare
con tanto altro: l’interprete deve fare la traduzione in un certo periodo di tempo, mentre
per quanto riguarda il traduttore si decide in base all’urgenza. V i è poi la figura
dell’editor: non sempre è un traduttore ma è esperto nel rendere il prodotto il più
vendibile possibile. Il ruolo del traduttore è certamente cambiato: oggi un traduttore
traduce sempre e solo una cosa, ma è chiaro che più si traduce e più si guadagna. Non
vi è un albo nazionale ma vi è la A IT I (associazione nazionale interpreti e traduttori).
NB : Il “traduttologo” è colui che studia la traduzione.
Oggi un traduttore non riuscirebbe a lavorare senza internet, infatti deve sempre andare
a verificare l’attendibilità delle informazioni e approfondire la propria ricerca.3
A d esempio: se dovessi tradurre qualcosa per una fabbrica, vado cauta perché non
sempre si conoscono i tecnicismi. P er cui devo cercare siti per verificare le informazioni
e farmi una conoscenza unica di quell’ambito. Di certo non posso fermarmi al primo sito
che incontro.
V i è poi la possibilità di tradurre grazie a dei siti sulla rete (google translate), che sono
traduzioni automatiche che da sole non riescono a fornire delle traduzioni soddisfacenti:
non riescono a dare alla frase quelle diverse e possibili sfumature. P ossono essere
degli escamotage per semplificarsi la vita, ma vanno utilizzati nel modo giusto.
I I l ezi o n e
La traduzione è cambiata, vi sono stati diversi progressi nel corso dei secoli. T uttavia, è
stato necessario aspettare a lungo prima di parlare degli studi legati alla traduzione.
▪ Il problema linguistico, l’uomo se l’è sempre dovuto porre: la torre di B abele è la
leggendaria costruzione di cui narra la B ibbia nel libro della Genesi. La narrazione dà
conto del progetto di Dio affinché gli uomini si dividessero sulla T erra e la
popolassero; nel contempo spiega mitologicamente l' origine delle differenze di
linguaggio tra gli uomini.
- Dio vede l’impresa degli uomini, la costruzione della T orre di B abele che avrebbe
dovuto raggiungere il cielo;
- P er far sì che non venga costruita Dio inventa le lingue, affinché gli uomini non
possano più comunicare.
- La distruzione della torre di B abele rappresenta l’esaltazione delle differenze.
P er secoli non si può parlare di studi sulla traduzione nei termini di uno specifico ambito
di ricerca con una sua struttura teorica articolata.
A nche se molti saggi possono essere considerati dei veri e propri trattati, essi non fanno
parte però di un panorama organizzato; per lo più prevalgono metodi prescrittivi e/o
proscrittivi, ci si sofferma cioè su quello che si deve o non si deve fare.4
Le teorie, inoltre, si concentrano solo sulle traduzioni letterarie o di testi sacri; sono
riflessioni nate dall’attività pratica del tradurre o, più in generale, dello scrivere, e non
hanno vita autonoma bensì vengono collocate di volta in volta
nel peritesto o nell’epitesto, ossia come introduzione, epilogo o parte aggiuntiva delle
opere tradotte.
S i compiono traduzione di testi sacri, tra cui la B ibbia (nonché il testo tradotto che
contiene più errori al mondo). A D E S . La donna nata da una costola dell’uomo, locuzione
che appare per otto volte nella B ibbia, solo in questo determinato contesto viene
tradotta “dalla costola dell’uomo”. Negli altri casi questa parola indica parità. V i sono poi
errori negli spot pubblicitari, nei film…
• Nel periodo scientifico, che corrisponde agli anni della contemporaneità, si verifica
una svolta fondamentale: mentre le riflessioni sparse di secoli precedenti, non
delineavano ancora un campo autonomo di ricerca, nella seconda metà del
Novecento emergono invece numerosi studi che danno il via alla formazione di una
disciplina con un approccio teorico sempre più forte e che si affronta con criteri
sempre più consapevoli e rigorosi.
S i sente la necessità di raccogliere tutte le riflessioni dei secoli precedenti che non
identificavano un campo autonomo di ricerca. S i sente la necessità di dare la formazione
ad una disciplina.
Come si può chiamare lo studio della traduzione? In ambito internazionale, si è
affermato il termine translation studies. P rima c’erano queste teorie ma non si parlava di
una vera e propria disciplina.
P eriodo pre-scientifico
1. Il periodo pre-scientifico è divisibile in due fasi: la prima che va dall’epoca e dai
trattati di Cicerone, fino agli inizi del 19esimo secolo.5
(Comprende l’età classica, il Medioevo, il Rinascimento).
2. La seconda fase va dall’inizio del X IX secolo fino agli anni Quaranta del Novecento.
I primi traduttori erano i classici latini (P lauto, E nnio…).
- In epoca romana, le traduzioni servono principalmente come esercizio pedagogico e
retorico, oltre che naturalmente a divulgare testi o pensieri in lingua straniera
(soprattutto in greco). • C’era la classica imitazione dei testi greci, raffinare, arricchire
la lingua latina.
- Lo scopo, inoltre, era quello di romanzare il testo.
Le traduzioni che meritano maggior interesse sono quelle di Cicerone; egli
nel De Optimo Genere Oratorum delinea il profilo del perfetto oratore.
- S econdo Cicerone, il perfetto oratore deve poter dilettare il suo ascoltatore,
ammaliarlo, commuoverlo.
- I modelli che prende come spunto sono quelli greci.
- Nella sua opera, Cicerone afferma di aver affrontato il problema della traduzione
come oratore e non come interprete (dunque tenendo come scopo quello
di intrattenere, dilettare).
- Cicerone compie già una distinzione tra interprete ed oratore.
- Inoltre, distingue la traduzione parola per parola da quella libera. • La traduzione libera
riesce a dare espressività alle parole e deve rispettare l’indole della lingua d’arrivo.
- Cicerone sottolinea l’importanza di svolgere una traduzione che non è
un’equivalenza perfetta: se così fosse, si avrebbe la fotocopia di un prototesto con le
caratteristiche del testo originale in una lingua diversa.
- A ttraverso una traduzione non letterale, si dà forza comunicativa alle parole.
Un altro che si è occupato dello stesso problema è Orazio con la sua A rs poetica.
- Orazio sposa la teoria di Cicerone, e dunque della traduzione libera (no traduzione
parola per parola).
6
La traduzione biblica del quarto secolo che ha suscitato diverse polemiche (credenze e
problemi legati all’epoca).
- S an Girolamo, autore della B ulgata (egli traduce dall’ebraico al latino) fu accusato di
eresia, in quanto, aveva tradotto alcune parti della bibbia diversamente da come
erano state sempre tradotte.
- In realtà, quello che aveva fatto non era commettere errori, ma era intenzionato
a rompere con la tradizione.
- Nel De Optimo Genere Interpretandi, S an Girolamo sostiene le proprie idee ed il
compendio (le regole) che ogni traduttore dovrebbe tenere a mente.
V i sono 4 principi fondamentali a cui il traduttore dovrebbe far riferimento, secondo S an
Girolamo:
È necessario
1. Comprendere perfettamente il testo di partenza (i punti non chiari vanno
evidenziati per compiere una traduzione intralinguistica oppure fare
ricerche ed impegnarmi per far sì che il testo sia di mia comprensione);
2. Non si deve tradurre parola per parola (questa metodologia non permette nessun
tipo di traduzione che abbia un senso);
3. Mantenere ciò che era già stato accreditato;
4. Curare l’eleganza di una lingua.
A lcune traduzioni sono corrette, ma scialbe: sono prudenti. Quello che dovrebbe
cercare di fare il traduttore è di arrivare ad un punto in cui non fa qualcosa di
eccessivamente piatto, ma compie le proprie decisioni con attenzione.
♦ Deve trovare il giusto equilibrio nel non rendere un testo banale e non esagerare
nelle trovate stilistiche.
♦ L’eleganza della lingua è importante per rendere la traduzione gradevole.
La traduzione secondo S an Girolamo dev’essere aderente al testo. T uttavia, ci si deve
avvalere di una certa libertà, perché è necessario riportare il senso integrale del testo.
7
Nel Medioevo (da considerarsi l’età buia), non ci sono testi o documenti teorici di
particolare interesse nell’ambito della traduzione.
- S ebbene, l’attività del traduttore durante il Medioevo è intensa, in ambito letterario,
ma soprattutto religioso.
- Importanza al valore sacrale della parola
- Non è più tanto importante la bellezza del testo, ma la fedeltà al testo di
partenza. L’esattezza dev’essere minuziosa e servile. A causa di ciò, si deforma il
testo tradotto (nella lingua d’arrivo).
- La Chiesa impone il proprio ruolo di forte controllo. In S pagna, luogo d’incontro di
tante culture, viene fondata la prima scuola dei traduttori, la scuola di T oledo (12
secolo).
- Incremento del mondo della traduzione – città spagnole: punto di incontro e di
smanio di idee riguardanti la traduzione
- Questo comporta la proliferazione delle traduzioni: migliaia di studiosi si recano
a T oledo e nelle zone limitrofe, tra cui S aragozza e B arcellona, alla ricerca di manoscritti
da portare nelle loro città.
- Nel periodo medievale vi è un forte fermento attorno alla figura del traduttore.
La figura del traduttore si evolve: oggi abbiamo teorie della traduzione che sono frutto
di un’evoluzione nel corso del tempo.
Rinascimento (15-16esimo secolo)
Il termine Rinascimento deriva da rinascita. Durante il periodo del Rinascimento, viene
introdotta la ricerca filologica e l’interesse per la traduzione. V engono riprese le
traduzioni dal greco e dal latino, che porta alla rifioritura delle lettere e delle arti, della
scienza. In generale della cultura e della vita civile.
Uno dei personaggi di spicco nell’orizzonte culturale della traduzione è Leonardi
B runi, che nella sua opera De interpetatione retta, discute per la prima volta, da un punto
di vista moderno, la traduzione dal greco e dal latino.
- S i tratta del primo saggio moderno sulla traduzione;8
- B runi offre cinque regole filologiche per la traduzione corretta:
1. A vere una conoscenza della lingua da cui si traduce. È necessario, per poter
tradurre, possedere una conoscenza profonda, accurata e particolareggiata. S i può
giungere a questa conoscenza attraverso la lettura dei classici.
2. La lingua deve essere nelle mani ed in completo potere del traduttore. E gli deve
averne una totale padronanza.
3. Deve seguire il senso del testo originale, oltre a conoscere la cultura ed il gusto
dell’autore, perché ne deve comprendere lo stile. E ssere raffinato nella scrittura e
chiaro nella spiegazione dei concetti.
4. A vere un buon orecchio (essere in grado di captare se il testo fila e se non ci sono
intoppi). S i tratta di avere un certo intuito linguistico.
Una buona traduzione deve mantenere il gusto dell’autore, senza mancare di
eleganza e raffinatezza.
S i afferma la traduttologia francese, fondata da E tienne Dolet (umanista francese, 16
secolo). Durante il Rinascimento, è comune tradurre dal latino alle lingue volgari:
- La lettura viene semplificata;
- La lingua dev’essere conosciuta in maniera approfondita;
- Dolet si raccomanda di non tradurre parola per parola;
Dolet fu arrestato e condannato per eresia, in quanto si faceva promotore di metodi di
studio e di ricerca, che si allontanavano dalla traduzione letterale e che richiedevano
maggior immaginazione e distacco dal testo.
Lutero e la sua traduzione della B ibbia in tedesco vernacolare
- La traduzione dei testi sacri ha una grande importanza a livello della storia di questa
disciplina.
Lutero traduce e commenta i testi sacri. Dalle sue innovazioni nasce la riforma luterana.
Nella sua epistola, sull’arte del tradurre, egli si fa portavoce di una traduzione viva,
dinamica, che rispetti il tedesco vivo (parlato). 9
- L’obiettivo di Lutero era quello di rendere il testo sacro il più possibile leggibile e
comprensibile da tutti. T uttavia, è necessario apportare diverse modifiche
nel testo affinché tutti potessero avere la possibilità di comprendere il messaggio del
testo.
- Il lavoro di traduzione di Lutero richiedeva una fatica immensa: egli impiegava giorni e
giorni per rendere anche una solo parola (lavoro da certosino).
- V oler far avvicinare la traduzione verso il tedesco vivo rappresenta una svolta nella
storia della traduzione.
F rancia del 17esimo secolo
La F rancia rappresenta il centro più dinamico per la traduzione.
- Diversi criteri stilistici seguono una traduzione, che deve apparire elegante.
- P er la prima volta si parla delle belle infedeli (copie che non sono fedeli al testo, ma
devono essere eleganti).
- La traduzione diventa reinvenzione ed il traduttore è un coautore. Il traduttore riveste
una posizione di grande protagonismo.
- Lo scopo è quello di tradurre un testo, che crei lo stesso effetto che aveva in mente
l’autore, adattandolo al gusto dell’epoca, dunque la bellezza. S i desidera dare vita a
traduzioni che abbiano lo stesso effetto nel pubblico, rispetto all’effetto
pensato dall’autore per il suo testo.
- A utore e traduttore hanno diverso pubblico. Dunque, si parla di principio di
equivalenza dinamica, secondo cui è necessario creare gli stessi effetti, sebbene
questi possano apparire più o meno aderenti al testo.
Inghilterra del 17esimo secolo
L’Inghilterra è un importante centro di studio, che risente dell’influenza francese. A nche in
Inghilterra, autore e traduttore vengono posti sullo stesso piano.
E tà romantica
Durante l’età romantica si passa dal tardo 700 al primo 800.10
- È un periodo di grande fermento culturale. S i tratta infatti di una delle epoche, che
risentono di maggiore fermento filosofico e letterario.
- La Germania, durante il periodo romantico, fu un forte centro di dibattito riguardo alla
traduzione, studiata da un punto di vista linguistico e filosofico.
Durante la seconda metà del 1700, si delineano due approcci riguardanti la
traduzione: quello universalistico e quello relativistico.
- A pproccio universalistico: le lingue si separano (distinguono) solo in superficie.
Hanno alla base universali linguistici comuni.
- A pproccio relativistico: le lingue sono profondamente diverse. S i afferma il concetto
di non traducibilità della lingua.
- Non è possibile tradurre tutto, ma tutto risulta adattabile; lo scopo del traduttore è
quello di cercare di fare comprendere.
- I realia sono elementi specifici tipici di varie culture. E sistono diversi approcci per
tradurle, ma non necessariamente esiste un vocabolo di traduzione esatto. A D E S .
P aella o P izza non possono essere tradotti, ma possono essere spiegati con note
a piè di pagina, se i vocaboli non sono entrati nel linguaggio comune.
Goethe, con la sua T eoria sulla natura della lingua, afferma come la traduzione non
debba contrapporsi all’originale, ma porsi nello stesso luogo (non deve
sostituirla). T raduzione e testo originale vanno di pari passo.
- Il compito del traduttore risulta complesso: egli dovrebbe far cogliere ai lettori
l’essenza della lingua, il modo di fare e di sentire dello scrittore.
Nelle lingue distanti fra loro, trovare equivalenze è difficile, tuttavia un
altro problema sussiste nella contaminazione linguistica tra due lingue simili (ad esempio
l’italiano e spagnolo).
I modi attraverso i quali le difficoltà vengono schivate sono la parafrasi ed il rifacimento.
• Rifacimento: impossibilità di riprodurre in un’altra lingua un’opera letteraria. Dunque,
si rielabora un’opera in forma sia di adattamento stilistico-linguistico, sia di ricreazione
poetica.